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Sicurezza. I sindaci avranno maggiori poteri

Il governo modifichera’ l'articolo 54 del testo unico degli enti locali, attribuendo ai sindaci maggiori funzioni in materia di arredo urbano e sicurezza in coerenza con le funzioni dei prefetti.

E' il principale risultato ottenuto dai sindaci, nel corso dell'incontro con il viceministro Marco Minniti per definire il pacchetto sicurezza. Complessivamente l'incontro e’ stato definito dai sindaci "soddisfacente".

Fra le decisioni prese nell'incontro al Viminale tra governo e sindaci e che saranno comprese nel pacchetto sicurezza all'esame del consiglio dei ministri del 12, una riguarda l'espulsione dei cittadini comunitari: si stabilisce che i prefetti avranno il potere di esplellerli quando si tratti di pubblica sicurezza."

C'e’ una norma - ha spiegato il presidente dell'Anci e sindaco di Firenze, Leonardo Domenici - che modifichera’ il decreto legislativo 30 del febbraio scorso che recepiva la direttiva comunitaria". E che riguarda l' eventuale violazione della sicurezza pubblica anche da parte dei cittadini comunitari. "E' un terreno molto delicato - ha aggiunto Domenici- che allarga la possibilita’ di intervento dei prefetti su un terreno piu’ ampio: non si tratta solamente di pericolo per la sicurezza dello Stato, ma si tratta piu’ in generale di sicurezza pubblica. Su questo pero’ in sede tecnica si sta continuando a lavorare".

Nel pacchetto sicurezza sottoposto questa mattina ai sindaci delle grandi citta’ dal viceministro all'Interno, Marco Minniti, e’ prevista anche una "norma scritta - ha detto il sindaco di Bologna, Sergio Cofferati - che toglie la possibilita’ della sospensione della pena mentre e’ in corso il dibattimento". In questo modo, secondo il sindaco di Bologna, non viene lesa "la certezza che le persone devono avere quando gli viene contestato un reato", ma mette nello stesso tempo "tutti in una condizione di maggior serenita’ e tranquillita’ ". "Le norme che sono state indicate - ha aggiunto - penso che finalmente arrivino a realizzare quello che era non solo un obiettivo dei sindaci, ma una opinione diffusa tra tutti i cittadini che non vogliono piu’ vedere persone incriminate alle quali e’ stato contestato un reato rimesse in liberta’ in un breve volgere di tempo e dunque in condizione di poter nuovamente commettere reati che a volte sono particolarmente pesanti".

1 commento:

  1. La ripartizione delle competenze tra Sindaco e Prefetto di cui all’art.6 del decreto, la quale deve considerarsi –certo più dell’introduzione dell’aggravante che tanto ha suscitato polemica- come il reale nodo giuridico della normativa, gioca su un meccanismo specificamente positivista: un sistema di riferimenti a norme al fine di spostare competenze, di legarle, di rinviare continuamente la questione di chi decide, nonché di spoliticizzare il provvedimento, intendendolo alla stregua della legalità come la mera applicazione di una norma di valore gerarchico superiore sulla competenza. Il Sindaco è competente in quanto ufficiale del governo (legalità) e non in quanto politico (legittimità): competente in quanto burocrate (legittimità=legalità).
    L’avalutatività della neutralizzazione e la spoliticizzazione dello strumento d’emergenza, il quale dovrebbe segnare l’azione del Sovrano, come questione del chi decide le misure eccezionali, porta alla negazione stessa della questione: i poteri d’emergenza che il decreto delinea non sono poteri politici, poiché tentano il più possibile di rinviare la decisione sull’estremus necessitatis casus. Diventano così poteri meramente giuridico-burocratici, ossia di mera applicazione amministrativa del diritto, della legge, nel suo tentativo di evitare il problema politico della sovranità attraverso il sistema dei controlli reciproci (conferenze, avvisi, vigilanza et cetera).
    La questione dell’eccezione, dell’emergenza, viene spoliticizzata: diviene una questione giuridica, di provvedimenti burocratici, avalutativi e razionali, legali. Il sindaco diviene colui che si limita a produrre norme pre-esistenti e vigenti (principio di legalità). La sua non è decisione, ma discrezionalità tecnica, normazione.
    La questione della sicurezza viene pertanto del tutto spoliticizzata.

    Tommaso Gazzolo
    Un'esposizione estesa di tale posizione può leggersi in http://moscasulcappello.com

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