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L'SMS osé mal indirizzato non è molestia

Cassazione Penale, Sezione I, sentenza n. Sentenza n. 36255 del 03/10/2007
Mandare messaggini, anche di contenuto molesto, alle persone sbagliate non è un reato. Lo sottolinea la Cassazione che ha respinto il ricorso della Procura di Genova che chiedeva la condanna per molestie nei confronti di un genovese di 47 anni, Cristoforo O., “reo”, ad avviso dell’accusa, di avere spedito «messaggini molesti, uno dei quali a contenuto pornografico, tutti di contenuto omosessuale» ad un minorenne.
Gli sms, però, ricostruisce la sentenza 36225 della Prima sezione penale, erano stati spediti alla persona sbagliata, avendo Crisotoforo sbagliato a memorizzare il numero di cellulare del destinario dei messaggini. Per la Suprema Corte, che ha bocciato il ricorso della Procura, Cristoforo va assolto in quanto non può rispondere di molestie essendo questo reato di «caratterizzazione squisitamente personale a dolo specifico».
L’assoluzione era già stata accordata a Cristoforo dal Tribunale monocratico di Genova, nel giugno 2006, sulla base del fatto che gli sms per errore erano stati inviati ad una persona sbagliata. Contro l’assoluzione si è opposta in Cassazione la Procura di Genova che ha chiesto che l’uomo venisse condannato come se le molestie fossero state indirizzate al reale destinatario. La Suprema Corte ha respinto il ricorso e ha sottolineato che giustamente il giudice del grado precedente ha assolto Cristoforo «per mancanza di dolo».
In ogni caso, precisa la Suprema Corte, «gli art. 47 e 48 del c.p. e lo stesso canone di colpevolezza impongono una nozione di dolo come rappresentazione e volontà del fatto storico realizzato, per cui, in caso di mutamento inopinato del soggetto passivo, sarebbe possibile tutt’al più una imputazione colposa del reato realizzato, in concorso, se del caso, con un `tentativo´ rispetto al fatto voluto».
Nella vicenda in questione, poi, annotano ancora gli `ermellini´, «è discutibile anche l’effettivo carettere molestatorio dei messaggini» che pure se «a contenuto pornografico» erano sicuramente rivolti ad un amico in tono di scherno.

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