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Rignano, le motivazioni a sostegno della scarcerazione delle maestre

"Allo stato delle investigazioni, e’ consentito rilevare che, se vi sono state violenze sessuali (ipotesi non scartata dal Tribunale), esse sono state perpetrate con modalita’ differenti da quelle riferite nelle denunce". Lo sottolinea la cassazione nella sentenza 37147, depositata oggi, che contiene le motivazioni a sostegno della scarcerazione delle maestre e dei due indagati per gli abusi sessuali sui bambini della scuola materna Olga Rovere di Rignano Flaminio. In pratica la Suprema Corte invita gli inquirenti che si stanno occupando del caso a seguire una pista diversa da quella in base alla quale i presunti abusi sarebbero avvenuti in ambito scolastico.
La Cassazione ricorda che i "sintomi di disagio si sono manifestati non durante l'anno scolastico, ma in epoca successiva" e che "non in armonia con quanto avviene normalmente per il danno post-traumatico" in alcuni dei piccoli "si sono manifestati dopo le prime denunce" e solo in un secondo momento i genitori "hanno fatto una lettura retroattiva di comportamenti gia’ ritenuti nell'alveo della normalita’ mentre all'uscita' dalla scuola non hanno, inspiegabilmente riscontrato nei loro bambini (oggetto fino a poco tempo prima di atrocita’ di ogni tipo) alcun segnale di sofferenza e di disagio psichico".
Per questo, ad avviso della Cassazione, il Tribunale del riesame ha fatto bene a ventilare la possibilita’ che il "malessere dei bambini sia derivato, se non totalmente, almeno in parte dagli effetti della cosiddetta 'vittimizzazione secondaria' (cioe’ dallo stress cui sono stati sottoposti a causa delle reiterate e disturbanti interviste e visite mediche e dallo stato di ansia dei loro genitori che si e’ riverberato sulla serenita’ della famiglia ed ha inciso sul senso di sicurezza dei bambini)".
Infine Piazza Cavour non puo’ fare a meno di rilevare che a fronte di presunte "violenze fisiche invasive" ci sono solo due certificati medici che inoltre non danno certezza che i bimbi abbiano subito atti sessuali. Queste le motivazioni per le quali la Cassazione non ha ritenuto ci fossero ne prove ne indizi che autorizzassero la misura cautelare nei confronti dei sospetti."La possibilita’ che gli adulti abbiano influito con domande suggestive sulla spontaneita’ del racconto dei bambini" al centro della vicenda della scuola Olga Rovere di Rignano Flaminio "ha avuto conferma almeno in due casi". A sostenerlo sono i giudici della Corte di cassazione nella sentenza che contiene le motivazioni a sostegno della scarcerazione delle maestre e dei due indagati per gli abusi sessuali.
I giudici di Piazza Cavour non escludono che ci possa essere stato un "contagio dichiarativo", come sostenuto dai difensori degli indagati, e affermano che in due casi si sono rilevati nelle videoregistrazioni "atteggiamenti prevaricatori" che evidenziano "una forte e tenace pressione dei genitori sui minori" e "una forte opera di induzione e di suggerimento nelle risposte".
Per quanto riguarda la "buona fede" dei genitori dei piccoli sui quali sarebbero stati commessi i presunti abusi, la cassazione sottolinea che "e’ indiscusso che hanno agito con l'intenzione di tutelare al meglio e di proteggere i loro bambini, ed altri bambini, dal pericolo di reati gravissimi che possono determinare danni irreversibili al loro futuro, equilibrato sviluppo’". La cassazione ritiene anche "apprezzabile" la cautela usata dal Tribunale del riesame che "non ha espressamente concluso sulla evidenza di un meccanismo di suggestione a catena dei genitori, ma ha rilevato che le loro denunce erano 'se non sospette, sicuramente particolari' perche’, prima di avvisare l'autorita’, si erano piu’ volte riuniti, confrontandosi a vicenda e scambiandosi informazioni, anche alla presenza dei figli". Ecco perche’ la tesi del "contagio dichiarativo".

- CASSAZIONE PENALE, Sezione III, Sentenza n. 37147 del 09/10/2007

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