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Caso Eulana Englaro. Per la Cassazione il sondino nasogastrico non costituisce accanimento terapeutico

Non e’ accanimento terapeutico il sondino nasogastrico che alimenta Eluana Englaro, ha precisato la Suprema Corte nelle motivazioni con cui ha accolto con rinvio il ricorso del padre della giovane. Si tratta invece di un trattamento sanitario che puo’ essere superato dalla richiesta del tutore se si verificano le due condizioni, dell'irreversibilita’ dello stato vegetativo e della volonta’ (presunta) del paziente prima dell'incidente.


"Sulla base delle considerazioni che precedono - si precisa nelle 60 pagine di motivazioni -, la decisione del giudice (di staccare il sondino, ndr), dato il coinvolgimento nella vicenda del diritto alla vita come bene supremo, puo’ essere nel senso dell'autorizzazione soltanto quando la condizione di stato vegetativo sia, in base ad un rigoroso apprezzamento clinico, irreversibile e non vi sia alcun fondamento medico, secondo gli standard scientifici riconosciuti a livello internazionale, che lasci supporre che la persona abbia la benche’ minima possibilita’ di un qualche, sia pure flebile, recupero della coscienza e di ritorno ad una percezione del mondo esterno; e sempre che tale istanza sia realmente espressiva, in base ad elementi di prova chiari, concordanti e convincenti, della voce del rappresentato, tratta dalla sua personalita’, dal suo stile di vita e dai suoi convincimenti, corrispondendo al suo modo di concepire, prima di cadere in stato di incoscienza, l'idea stessa di dignita’ della persona".


Una sentenza con la quale la Cassazione sembra aver mostrato una certa apertura verso il cosiddetto testamento biologico che in Italia non e’ ancora regolato da una legge.

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