ROMA - La crisi morde il portafoglio e gli italiani "saltano" il versamento delle rate del condominio. L'effetto è quello di un aumento consistente, dell'8,2% in un solo anno, delle cause condominiali che nel 65% dei casi sono rappresentante da istanze per richiedere pagamenti. In un anno, comunque, sono state 180.000 le nuove cause. E' questo lo spaccato che emerge dal terzo 'Rapporto sui condomini italiani', realizzato dall'Associazione nazionale degli amministratori condominiali e immobiliari (Anaci) e dal Censis servizi. In realtà, rileva il Rapporto, l'80% degli episodi di litigiosità si risolve nell'ambito delle riunioni di condominio, il 12% delle liti trova una conciliazione dopo aver dato avvio ad un contenzioso legale che poi viene abbandonato e l'8% si risolve con la sentenza di un tribunale o di un giudice di pace. Un'analisi di dettaglio delle cause civili, sopravvenute presso il Tribunale ordinario di Roma e gli Uffici del giudice di pace, indica inoltre che le cause in ambito condominiale rappresentano solo poco più del 4% sul totale dei procedimenti civili accolti complessivamente. "In base a queste cifre si può calcolare - aggiunge il rapporto - che in un anno i tribunali italiani abbiano accolto 106.000 nuove cause di natura condominiale e i giudici di pace 78.000, per un totale di 184.000 procedimenti sopravvenuti". Il Rapporto segnala però che il numero dei procedimenti potrebbe registrare un'ulteriore impennata. Secondo quanto emerge dallo studio infatti "il disegno di legge sulla riforma condominiale, in questi giorni all'esame in Senato, impone all'amministratore di condominio di recuperare i crediti in tempi strettissimi. Se infatti, entro 120 giorni di morosità, l'amministratore non richiede al giudice l'emissione di un decreto ingiuntivo, risponderà personalmente delle somme non riscosse e il suo mandato potrebbe essere revocato dall'assemblea". "Ogni anno ci sono circa 120.000 cause - evidenzia Carlo Parodi, direttore del centro studi Anaci - tra decreti ingiuntivi, opposizioni a decreti ingiuntivi, opposizioni a sanzioni amministrative e opposizioni a esecuzioni che invadono la lenta macchina della giustizia generando un costo enorme per la società". Secondo Parodi la soluzione sarebbe invece quella promuovere l'utilizzo "di strumenti alternativi, come le negoziazioni, i sistemi di fideiussione, la creazione di fondi rischi".
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