CASSAZIONE PENALE, Sentenza n. 28958/08
Il marito indagato per maltrattamenti puo' essere allontanato dalla casa familiare anche se i coniugi non sono realmente conviventi e non deve avvicinarsi ai luoghi frequentati dalla moglie. Lo sottolinea la Cassazione, confermando un'ordinanza del tribunale del Riesame di Cagliari che aveva disposto, come gia' fatto dal gip, la misura cautelare dell'allontanamento dalla casa familiare di un uomo indagato per maltrattamenti in famiglia. Per il tribunale, lo scopo della misura cautelare era quello di "tutelare l'incolumita' della persona offesa e di prevenire il pericolo di violenze e abusi nell'ambito familiare", per cui non aveva rilevanza, per accogliere l'istanza di revoca della misura, "la comprovata convivenza dei due coniugi in appartamenti separati, muniti di ingressi autonomi, pur se facenti parti della medesima unita' immobiliare". Contro tale verdetto, l'indagato si era rivolto alla Suprema Corte, ma i giudici della sesta sezione penale hanno dichiarato inammissibile il suo ricorso: "la misura cautelare dell'allontanamento dalla casa familiare - ricordano gli 'ermellini' - non presuppone necessariamente la convivenza tra le parti, ma e' applicabile anche quando l'indagato abbia gia' abbandonato il domicilio domestico per intervenuta separazione coniugale". L'articolo 282 bis del codice di procedura penale, infatti, si legge nella sentenza n.28958, "prevede espressamente non solo l'allontanamento del convivente dalla casa familiare, ma anche la prescrizione di non avvicinarsi ai luoghi abitualmente frequentati dalla persona offesa".
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