La sentenza della suprema Corte (n. 3766 del 27 maggio 2008) ha respinto il ricorso di un'automobilista, "pizzicato " e multato perché consultava la rubrica del proprio telefonino mentre era alla guida. La decisione dei giudici fornisce un'inedita e più severa interpretazione alla legge che vieta l’uso dei cellulari durante la guida: con essa, infatti, il divieto si estende anche al recupero dei dati dalla rubrica o alla scrittura di un sms, poiché il reato si compie nel momento in cui si lasciano le mani dal volante per utilizzare il cellulare. Il giro di vite vuole prevenire sia la possibile distrazione del conducente, che dirotta la propria attenzione verso un oggetto estraneo alla guida, sia l'impegno di «una delle mani sull'apparecchio, con temporanea indisponibilità e, comunque, consequenziale ritardo nell'azionamento, ove necessario, dei sistemi di guida». Alla sentenza emessa dal Palazzaccio si aggiunge, lo stesso giorno, l'entrata in vigore di nuove norme norme contro la guida in stato di ebbrezza e sotto l'effetto di sostanze stupefacenti. Sono previste infatti sanzioni più dure per chi guida con alcool nel sangue e la reintroduzione del reato per chi si rifiuta di sottoporsi al controllo con etilometro, fino a ieri punito con una semplice sanzione amministrativa. In entrambi i casi, inoltre, è prevista la decurtazione di dieci punti dalla patente, che viene invece immediatamente revocata se il reato è commesso dal conducente di un autobus o di un veicolo pesante.
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